Archeologia moderna: il futuro che scova il passato

Sin dal 1977, gli archeologi olandesi studiano il sito preromano di Satricum, ubicato 60 chilometri a sud di Roma. La città, ricordata dagli autori antichi per avere opposto una strenua resistenza alla conquista romana, è da considerare uno dei centri più importanti del Latium Vetus. Era famosa per il santuario dedicato alla dea dell'aurora, Mater Matuta. Finora quasi il 40% dell’area attribuita all’insediamento antico (circa 40 ettari) è stata sottoposta a una ricerca archeologica sistematica, che ha portato a importanti e inaspettati ritrovamenti. Tranne le tradizionali tecniche di scavo, la ricerca archeologica a Satricum utilizza metodi sempre più moderni, fra i quali le tecniche non distruttive per rivelare resti antichi come la prospezione geofisica, la tecnica LIDAR e la fotografia aerea con i droni. Non è tutto: sono impiegate diverse tecniche scientifiche per ottenere informazioni sulla provenienza geografica dei reperti, come l'analisi petrografica della ceramica oppure l'analisi di isotopi dei resti biologici. Le ricostruzioni in 3D dei ruderi completano le ricerche in corso. Marijke Gnade, titolare della cattedra di Archeologia delle civiltà preromane dell’Italia centrale presso l’Università di Amsterdam, illustra gli strumenti innovativi e fondamentali dell’archeologia moderna.